Recensioni del Premio Otello Sarzi 2018: Gli Studi

Riflessioni dopo il Premio Nazionale Otello Sarzi 2018. Gli Studi

Si è appena conclusa la seconda edizione rinnovata del Premio ad Osimo, con la direzione artistica di Specchi Sonori, accanto naturalmente a Marco Renzi.

La città si è di nuovo riempita di Teatro per i bambini, come nell’immagine della targa, dedicata al Premio di Osimo, che prende in prestito un’opera dello scomparso artista osimano scenografo Cappannari: tanti pulcinella scherzosi che traboccano da un proscenio.

Questo si è respirato, soprattutto vedendo i nostri piccoli giurati de LA GIURIA DEI BAMBINI, nuovamente assorti ed impegnatissimi a vedere tutti gli spettacoli della programmazione di ogni giorno, quattro al giorno, e giudicare con le loro schede.

Andando con ordine: la Giuria di esperti e le compagnie ospiti e qualcuno del pubblico che ha voluto intervenire prenotandosi, il 14 luglio, con la sezione Studi presso il Centro Sala Prove e registrazione DadArt, della stessa Associazione Specchi Sonori.

La sezione Studi è stata creata appositamente da Specchi Sonori dal 2017, per un osservatorio specifico della nuova drammaturgia in fieri, anche a livello di abime o di semplice bozza del lavoro teatrale.

Un osservatorio interessante che sta dando ottimi risultati: le compagnie, soprattutto giovani ,non vivono alcuna “ansia di prestazione”, sollevate dalla condizione di debutto, così hanno una occasione per confrontarsi, liberamente, con esperti e operatori, trovando spazio per una riflessione artistica soprattutto sui linguaggi, sull’efficacia delle tecniche intraprese e al solito il dibattito si fa vivace come la trasmissione di memorie, esperienze e punti di vista.

Specchi Sonori potenzierà sicuramente questo suo progetto.

Quest’anno erano state selezionate tre proposte: La Casa delle Storie de Il Teatro dell’Orsa con filafiaba Spettacolo ormai quasi completamente messo a punto, dove la missione fondamentale de la Casa delle Storie del Teatro dell’Orsa sul Teatro di narrazione si pone come vero e proprio disegno scenico.

Erano le Tre Melarance, di C. Gozzi, ma sicuramente anche spolverate di versioni più arcaiche, come raccolte da italo Calvino.

Con ritmo infallibile, la gestualità sempre elegante delle due giovani attrici narratrici (anche ricca di citazioni dell’arte rinascimentale e manierista) propone luoghi e spazi e fantasie paesaggistiche per includervi la fiaba; la musica accanto ai loro spazi, del loro accompagnatore menestrello, si fa tappeto sonoro della narrazione. Forse la musica stessa, come suggerito da Claudio Rovagna, potrebbe porgere accenti più autonomi e liberi. Altri presenti proponevano una vera e propria “scenografia “, personalmente non condivido, da scenografa, col piacere di una scenografia dei corpi, mentre invece proporrei maggiore studio per le figure e per gli oggetti.

Paolo Sette, Teatro del Puntino Rosso, ci delizia con l’abbozzo dello spettacolo per burattini “ La Luna Nuova” con la collaborazione di Marco Lucci, le figure e l’animazione di Paolo sette.

Una promessa di trasognato e magico teatro di animazione che si svincola del tutto dalle mazzate in baracca, verso una dimensione lenta ed onirica (obrazoviana?) dal riso pieno di tenerezza, di nonsense, di possibili rimandi in una fiaba sulla paura della notte e sulla metafora della crescita. Bellissimo lo stile, anche estetico, la Regia sorniona e dadaista di Marco Lucci sostiene il sognatore vecchio bambino Paolo Sette.

Una golosa promessa, che speriamo resti nella cifra estetica essenziale e nitida che ha presentato e che possa rinvigorire ancora l’idea drammaturgica di un sogno quasi shakespeariano.

Il premio della sezione Studi, però è andata alla giovane Valentina Illuminati, della compagnia Numeri 11 di Grottammare.

Il suo, più di tutti, era un vero studio: un difficile e ambizioso progetto dal titolo Alice viene dal Paese, in cui per memoria ed esperienza personale, la giovane autrice vuole costruire un doppio sogno tra la vicenda difficile di una bimba, una reale alice, affetta da una malattia rara , col suo coraggio e la sua prorompente forza infantile ed il mondo di Alice di Lewis Carroll con gli infiniti rimandi a spazi e ostacoli di una fantasia non a misura di bambina.

La responsabilità della giovane Valentina, nel porgere la consapevolezza di una ricerca di approccio adeguato, senza alcuna fretta e forse anche con una distanza dal consueto iter della scrittura scenica ,ha convinto la giuria intera a premiare lo studio con la possibilità di un sostegno.

Specchi Sonori poi abbraccia lo spettacolo nel suo progetto NIDI, sorto nel 2016.

Presto tutte le altre recensioni

Osimo, 22 luglio

Marianna de Leoni