Premio Otello Sarzi 2018 : La Recensione di Renata Rebeschini

Premio Naz.le Sarzi 2018 ad Osimo con la Scena dei Piccoli:
la bellissima e ricca recensione della nostra Renata Rebeschini - Giuria Nazionale - Fondazione Calendoli onlus Teatro Ragazzi. Padova.
Grazie Renata

PREMIO NAZIONALE OTELLO SARZI
NUOVE FIGURE DEL TEATRO RAGAZZI ITALIANO
L’opinione di Renata Rebeschini

Per il secondo anno consecutivo il Premio Nazionale Otello Sarzi è tornato nella bella Osimo che per tre giorni è diventata la Città dei bambini, con quattro spettacoli teatrali al giorno, sempre molto frequentati. Inoltre per due mattine abbiamo potuto seguire la sezione Spazio Studi con la presentazione di alcuni spettacoli in cantiere. Prima di parlare di entrambe le proposte, è necessario sottolineare il grande impegno e professionalità degli organizzatori, Marianna De Leoni e Claudio Rovagna, anime dell’associazione Specchi sonori, che hanno trasformato giorni di studi e di lavoro in momenti di piacevole incontro e confronto tra professionisti del settore. L’ambiente accogliente e la disponibilità degli ospiti hanno ancor più contribuito alla riuscita della manifestazione.
E ora veniamo agli spettacoli visti, cominciando dalla sezione studi.
SPETTACOLI IN CANTIERE/STUDI
Solo tre sono stati gli spettacoli ammessi alla sezione in quanto gli unici provvisti dei requisiti previsti, cioè di spettacoli ancora non del tutto completi, anzi, meglio ancora, solo alla prima stesura e bisognosi di suggerimenti ed aiuti, che la giuria ha con piacere elargito.
Cominciamo dal primo, che, tra l’altro, la giuria ha designato vincitore, Alice viene dal paese. A presentarlo è stata Valentina Illuminati (associazione Numeri 11 di Grottammare), una giovane attrice che sta scrivendo il testo con Silvia Lambogia. L’idea è nata in una specie di confronto tra il binario delle meraviglie dell’Alice di Carrol e quello della quotidianità di un’altra Alice, una piccolina nata all’Oasi dei Monti, un quartiere panoramico di Grottammare, affetta da una malattia genetica di cui ancora non si sa nulla. Certo un tema forte, pregnante, che Valentina ha saputo tradurre, in questo primo canovaccio, con una forza drammaturgica davvero promettente. Alcuni stralci da lei letti si sono dimostrati già ricchi di un’intensità e convinzione da colpire mente e cuore; per la nostra piccola Alice, che non piange mai, anzi, sorride sempre, tutto è meraviglia: dalla mamma, la sua Regina Bianca, il papà, il Brucaliffo, la sorella, lo Stregatto, i medici, Bianconiglio, Verdeconiglio, Rossoconiglio, agli amici, Cappellaio matto ecc.
Aspettiamo con grande curiosità il raggiungimento dell’obiettivo finale!
La Casa delle Storie /Teatro dell’Orsa (RE) ha presentato FilaFiaba, Le tre melarance, una fiaba del Gozzi. Due attrici e un musicista raccontano e cantano una storia che sempre colpisce e regala pensieri e sogni. Lo spettacolo di per sé è già completo e la prima domanda della giuria è stata “ma di cosa avete bisogno da noi?”. Loro hanno risposto che cercavano qualcosa che completasse maggiormente il racconto in modo da arricchirlo e renderlo più corposo, ma secondo il parere di tutti lo spettacolo era già compiuto e si leggeva perfettamente che dietro c’era una regia esperta. Mio personale suggerimento è inserire all’interno una storia parallela, senza toccare quella già allestita e apprezzabile.
La luna nuova, presentata dal Teatro Puntino Rosso di Milano, ha visto il burattinaio Paolo Sette, su drammaturgia di Marco Lucci. La principessa è molto malata e per guarire vuole la luna… ma come si può fare? Si chiede ai saggi, agli sciocchi, a chiunque possa dare un aiuto, ma saranno i burattini a risolvere… lo spettacolo è ancora da completare, ma promette cose interessanti.

PREMIO NAZIONALE OTELLO SARZI

La kermesse è iniziata con il divertente spettacolo Fagiolino e il terribile Cavalier Sbragafegati, presentato da I burattini di Mattia. Un testo della tradizione magistralmente proposto di Mattia Zecchi che ha saputo divertire anche grazie alle sue ottime capacità nel muovere i burattini e per la grande capacità di utilizzare le voci per ogni personaggio.

Febo Teatro ha presentato Clarabella e le rabbiastorie, uno spettacolo che suggerisce un modo per affrontare le reazioni furibonde che a volte vediamo nei bambini. Clarabella e l’amico Tobia si sono nascosti nello sgabuzzino della scuola per sfuggire ad una punizione, a causa del loro carattere irascibile. Sarà proprio nello stanzino che scopriranno piccole porte che li faranno entrare in altri locali dove incontreranno strani personaggi che insegneranno loro come gestire i momenti di rabbia.
Avevo già avuto modo di assistere allo spettacolo in un teatro in cui la possibilità di usufruire del buio e dei giochi di luce mi aveva permesso di apprezzare il lavoro, che, ad Osimo, essendo in uno spazio aperto e alla luce del giorno non ha ottenuto lo stesso risultato. Ma Claudia e Matteo sono bravi e certamente faranno ancora ammirare il loro lavoro.

Rosa del Teatro C’art, di e con Teresa Bruno è uno spettacolo di teatro comico, che, in questo caso, non ha convinto del tutto: Rosa si esibisce in una serie di gag, ma spesso troppo ripetitive e quindi noiose. Anche l’interessante, enorme attaccapanni con un altrettanto enorme cappotto che fa da scenografia non viene usato per l’importanza che potrebbe avere, quindi, pur se molti passaggi (lo straordinario abito rosso e le enormi gomme di auto e camion) incuriosiscono la loro ripetitività finisce con il bloccare lo spettacolo.

Il Teatro della sete ha proposto la messa in scena di Falù, lo spettacolo presentato lo scorso anno nella sezione studi. Qui non ci sono stati grandi ampliamenti rispetto allo studio già visto, cioè non sono stati migliorati certi passaggi mentre ci si è persi in particolari non sempre indovinati. La tecnica usata è quella dei pupazzi, che i due interpreti muovono a vista; Falù ha perso il suo papà in mare e approda in un’isola dove incontra vari animali e dove sempre chiede ad ognuno di fargli da papà. Sarà, alla fine, il dottor Toff, un ricercatore che vive sull’isola, a farsi carico del difficile ruolo di padre.

L’anatra e la morte, del Teatro Puntino Rosso e Paolo Sette racconta, con i burattini, la storia dell’amicizia tra un’anatra e la morte. Eppure, al di là del tema che sembra difficile per i piccoli, lo spettacolo ha saputo cogliere l’attenzione anche dei piccoli grazie ai piacevoli dialoghi, spesso ironici e divertenti, e alla delicatezza del racconto.

Bistrot, dell’Atelier teatrale Carro Navalis, si presenta con la dicitura: servi senza padrone… e senza cucina… E senza costrutto, aggiungo io. Una rappresentazione amatoriale, con lazzi spesso volgari e con due attori che non hanno saputo dare dignità allo spettacolo. Ça suffit.

E finalmente, in serata, uno spettacolo davvero di alta qualità, intelligente e ben rappresentato dai due bravi attori, Bruno Soriato e Annabella Tedone per la regia di Raffaella Giancipoli. Mi riferisco a Vassilissa e la Babaracca, di Kuziba Teatro, con le magiche scene dello stesso Bruno Soriato.
Prima della sua dipartita, la mamma di Vassilissa dona alla piccolina una bambolina che ha le sue stesse fattezze e alla quale chiedere aiuto nelle difficoltà, che si presenteranno presto con la convivenza con la matrigna e nell’attesa del babbo lontano per lavoro. Vassilissa è talmente disponibile e obbediente da irritare ulteriormente la matrigna che, con la scusa di prendere il fuoco, la manda nel bosco dalla strega Babaracca che riduce i bambini in polpette. Le prove alle quali viene sottoposta verranno superate grazie all’aiuto della bambolina e, ovviamente, si arriva al lieto fine. Belle e suggestive le musiche, di grande effetto, come già scritto, la macchina scenica che rappresenta la strega.

Subito dopo Vassilissa sembrava difficile accontentare nuovamente il pubblico, invece Il Carnevale degli animali, della Compagnia Terzo Studio si è presentato con grande modestia dimostrando, all'opposto, un’ottima preparazione e una raffinata simpatia. Federico Pieri, sulle musiche di Saint-Saens, ha giostrato con competenza in vari campi, dalla magia alle clownerie, dalle ombre cinesi, al teatro di figura, fino all’uso con i disegni sulla sabbia eseguiti sulla lavagna luminosa.

Teatro a Dondolo con Fantasia di Marionette: una performance con marionette a filo animate a vista da Michela Cannoletta ha piacevolmente raccontato la storia del gnomo Paolo alla ricerca di un posto tranquillo dove riposarsi. Va nel bosco dove incontra altri personaggi/marionette che Michela accompagna con delicatezza e sensibilità.

Cappuccetto e il Lupo bianco, di Fiabrica, apprezzato lo scorso anno nella sezione studi, non ha convinto in uno spazio non idoneo e per una proposta piuttosto difficile e troppo allegorica.

La rassegna si è conclusa con Ballata d’autunno, del Teatro nelle foglie. Uno spettacolo con scenografie ed effetti davvero straordinari. Fin da subito le bellissime immagini riempiono occhi e cuore, e l’aspettativa diventa enorme. Purtroppo lo spettacolo, senza parole, diventa in più punti troppo lento; ci si chiede “e adesso?” ma non succede nulla. Marta Finazzi fa l’acrobata, Nicolas Benincasa giocolerie e altro, eppure manca un vero collegamento, una drammaturgia che unisca i vari passaggi e che faccia del circo anche un momento di teatro. Comunque uno spettacolo di qualità che va premiato, con forti suggestioni e passaggi emozionanti.

 

Mattia Zecchi  - Fagiolino e il terribile Cavalier Sbragafegati - menzione speciale 2018